Come gestire i rientri dall’esterno dopo le vacanze?
Sono molti i lavoratori che anche quest’anno hanno deciso di effettuare le vacanze estive all’estero. In questa fase emergenziale è fondamentale per aziende e lavoratori gestire in modo corretto il rientro in Italia.
La gestione dei rientri: coronavirus e vacanze
Vediamo i possibili casi di coronavirus e vacanze, con le azioni da intraprendere in base al paese in cui si sono recati:
Rientro in Italia da paesi area Shenghen
In questo caso è prevista la libera circolazione, per cui attualmente non è prevista nessuna misura di contenimento ad eccezione di 4 paesi: Croazia, Grecia, Malta e Spagna.
Rientro da Croazia, Grecia, Malta e Spagna
Chi rientra da questi paesi può di fatto optare per due alternative:
- presentare alle autorità competenti una certificazione attestante che, nelle 72 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale, si siano sottoposti a un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone con esito negativo;
- oppure sottoporsi ad un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, al momento dell’arrivo, ovvero entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda sanitaria locale di riferimento. Tale test andrà prenotato e nell’attesa della convocazione il lavoratore dovrà osservare il periodo di isolamento fiduciario presso la propria dimora: clicca qui per accedere alla prenotazione del test
Oltre al tampone i lavoratori e i cittadini sono tenuti a comunicare immediatamente il proprio ingresso nel territorio nazionale all’azienda sanitaria. Pubblichiamo di seguito la modulistica necessaria:
Rientro da Romania e Bulgaria
In questo caso è obbligatoria la sorveglianza sanitaria con isolamento fiduciario per tutti i cittadini che nei 14 giorni precedenti all’arrivo in Italia abbiano soggiornato in Romania e Bulgaria o vi siano transitati.
Inoltre è necessario comunicare il proprio ingresso all’azienda sanitaria.
Rientro da Paesi non Europei
Per tali situazioni il rientro è consentito unicamente per:
- comprovate esigenze lavorative;
- assoluta urgenza;
- motivi di salute;
- comprovate ragioni di studio;
- rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Tuttavia per i cittadini di questi stati (Australia, Canada, Georgia, Giappone, Nuova Zelanda, Ruanda, Repubblica di Corea, Tailandia, Tunisia, Uruguay) non è necessaria alcuna motivazione per l’ingresso nel territorio nazionale.
Rientro da Paesi a rischio
Dal 9 luglio 2020 è vietato l’ingresso in Italia alle persone che, nei 14 giorni antecedenti, hanno soggiornato o sono transitate in uno dei seguenti paesi a rischio: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Colombia, Cile, Kosovo, Kuwait, Macedonia del nord, Moldavia, Montenegro, Oman, Panama, Perù Repubblica Dominicana, Serbia.
Il divieto non riguarda i cittadini italiani, di uno Stato UE, di un Paese parte dell’accordo di Schengen, del Regno Unito, di Andorra, del Principato di Monaco, della Repubblica di San Marino o dello Stato della Città del Vaticano e i loro stretti familiari (discendenti e ascendenti conviventi, coniuge, parte di unione civile, partner stabile), a condizione che siano residenti anagraficamente in Italia da data anteriore al 9 luglio 2020.
Queste categorie esentate devono comunque sottoporsi al periodo di quarantena e comunicare il proprio ingresso all’azienda sanitaria.
Divieto di ingresso in Italia
- Positività per Covid-19 nei 14 giorni precedenti al viaggio;
- Presenza anche di uno solo dei sintomi rilevanti per COVID-19 negli 8 giorni precedenti il viaggio
Per informazioni Coronavirus e vacanze: